domenica 29 luglio 2012

Allegro

Trinciato mediterraneo composto da Virginia, Burley, Orientali e Kentucky, prodotto da Poschl Tabak in busta da 40 grammi e distribuito da International Tobacco Agency, prezzo € 4,10 (luglio 2012).

Il taglio è ribbon.

Umidità scarsa all'apertura della busta.

Odore cioccolatoso.

Nonostante una bassa umidità è consigliabile arieggiarlo molto prima di fumarlo.

La carica ideale è di pressatura media.

L'accensione è facile e la combustione è buona, com una certa disposizione a scaldare troppo.

In fumata, se si presta attenzione a non scaldare troppo, si presenta con corpo e forza che variano da leggere a medie. Il sapore prevalente inizia come liquoroso al quale si aggiunge il pepato da metà fumata in poi. La tollerabilità varia durante la fumata da ottima a buona.

La persistenza dopo la fumata non è molto lunga.

Il taglio dei tabacchi da pipa

I tabacchi da pipa si presentano in due grandi catogerie di preparazione: i non pressati ed i pressati; tra questi ultimi si distinguono i pressati propriamente detti e gli arrotolati. 

I non pressati sono i più diffusi, oltre che essere di facile fumabilità. Si tratta di foglie di tabacco semplicemente tagliate a strisce, che si distinguono a seconda dello spessore in ribbon, mixture, lose cut e wild cut.

I pressati in genere richiedono un trattamento da parte del fumatore prima di essere fumati, ma sono apprezzati dagli esperti per la loro migliore conservazione nel tempo. Si distinguono in questa categoria il plug, il flake, il cube.

Il plug è un panetto di tabacco a forma di parallelepipedo che, per essere fumato deve essere tagliato a fettine con un coltello ottenendo così un flake.

Il flake altro non è che un plug tagliato a fette e può essere fumato arrotolandolo e inserendolo nel fornello senza sbriciolarlo oppure sbriciolandolo prima (broken flake o ready rubbed).

Il cube cut è un plug tagliato a cubettini che possono essere fumati così come sono o sbriciolati.
Gli arrotolati sono tabacco arrotolato e pressato; vengono tagliati a rondelle (curly cut) per essere fumati.

La cura del tabacco

Una volta fatta la raccolta, le foglie di tabacco devono essere sottoposte ad essiccazione per poter essere poi lavorate e rese tabacchi da fumo.

Esistono diversi tipi di cura dopo la raccolta che inflenzano il risultato finale del prodotto.

Il processo flue-cure prevede l'essiccazione delle foglie in appositi locali con umidità e temperatura regolata per 6-7 giorni e produce un colore finale che varia dal giallo limone all'arancio scuro o rosso. E' principalmente utilizzato per la produzione di tabacco da sigarette.

Il processo fire-cure prevede l'essiccazione delle foglie in locali in muratura nei quali vengono esposte a fumi di fuochi di legno secco di essenza forte e non resinosa (quercia). Il fumo penetra nelle foglie e influenza l'aroma e il gusto del tabacco. Il colore ottenuto varia dal bruno al nero. E' principalmente utilizzato per la produzione di sigari, trinciati forti e sigarette scure.

Il processo air-cure prevede l'essiccazione delle foglie in stand all'aperto coperte da teli e si distingue in light-air-cure e dark-air-cure a secondo del colore delle foglie risultante dopo l'essiccazione, che a sua volta dipende dalla specie di tabacco impiegata. Ai primi appartengono i tabacchi Burley e Maryland che assumono colorazione che varia dal marrone chiaro al rosso; l'impiego principale è la fabbricazione di sigarette e trinciati dolci. I dark, sono il risultato dell'essiccazione con cura ad aria dei tabacchi come Havana e Paraguay; l'impiego principale è la fabbricazione di sigari, sigarette di gusto forte e tabacco da mastico.

Il processo sun-cre prevede l'essiccazione delle foglie su telai di legno nei mesi estivi direttamente al sole. E' la cura tipica dei tabacchi levantini; l'impiego principale è la fabbricazione di sigarette di tipo americano o turco.


La pianta di tabacco

La pianta di tabacco, botanicamente appartiene all'ordine delle tubiflorae, famiglia delle solinaceae (della quale fanno parte ance pomodori, melanzane e altro), genere nicotiana.

Sono noti tre sottogeneri, nicotiana tabacum, nicotiana rustica, nicotiana petunoides. I primi due generi sono tradizionalmente stati utilizzati per prodotti da fumo, mentre il terzo a scopi ornamentali. Il contenuto in nicotina varia dallo 0,2 all' 8% del peso secco delle foglie.

La nicotiana tabacum è una pianta a fusto eretto alta da 1 a 3 metri, con foglie elettiche o lanceolate, fiori rosa o rossi, mentre la rustica ha fisto alto fino a 1,5 metri, foglie sobovali o lanceolate, fiori giallo bruni. Ha contenuto in nicotina del 16% del peso secco delle foglie.

Peterson of Dublin

La Peterson of Dublin è uno dei marchi più famosi al mondo e unisce  forme tradizionali ad innovazioni. Il costo non è proibitivo.

Famosi al mondo sono i brevetti di Peterson (System e P lip).

I fratelli George e Frederick Kapp, emigrati da Norimberga a Londra fondano un negozio di articoli da fumatori dove commerciano pipe in schiuma nel 1865, tanto che vengono registrati negli elenchi dei commercianti di Londra del 1866.
Nel 1869, i fratelli decidono di dividersi e ogniuno apre il proprio negozio.
Nel 1874, Frederick emigra a Dublino dove apre il suo nuovo negozio, mentre George rimane a Londra dove morirà nel 1879.
Nel 1875 Frederick, assume un artigiano fabbricante di pipe, Charles Peterson, estone, emigrato a Dublino.
Nel 1881 Frederick muore e, a distanza di un anno muore la sua vedova. Il negozio viene quindi ereditato dai due figli Christian e Alfred di 10 e 12 anni, l'attività viene rinominata Kapp Brothers e viene gestita da Charles Peterson.
Al raggiungimento della maggiore età dei fratelli Kapp, Christian decide di intraprendere la carriera di medico e trasferirsi a Londra. Charles e Alfred rilevano le quote di Christian e rinominano l'attività Kapp & Peterson.
Nel 1891 il Peterson's system viene registrato come brevetto in Gran Bretagna, Irlanda e Francia, negli USA sarà registrato nel 1894.
Nel 1898 viene registrato il brevetto del P-Lip , il tipico bocchino palatale Peterson.
Nel 1914 il figlio di Alfred, Harry, viene associato nel business.
Nel 1919 Charles Peterson si ritira, si trasferisce ad Amburgo e muore qualche mese dopo.
Nel 1972 muore Harry Kapp e la compagnia viene rilevata e accorpata alla Tennant and Ruttel, cambia nome in Peterson Tennant.
Successivamente viene ricomprata dalla James Crean Ltd che ne sapara la manifattura di pipe rinominandola Kapp & Peterson che, a sua volta viene rilevata da Tom Palmer nel 1990.

giovedì 26 luglio 2012

Anatomia della pipa

Questa è la sezione schematica di una pipa.

La parte composta da fornello e cannello viene detta testa, alla quale si innesta in vari modi un bocchino.

Nel caso a sinistra si vede il più diffuso (incastro a tenone e mortasa), ma sono possibili innesti a flock o spigot dei quali ci occuperemo in seguito.

Varie sono le forme delle teste e varie anche sono le tipologie di bocchino.

Ugualmente vari sono i materiali con i quali si realizzano le teste e i bocchini. Più diffusi radica e schiuma di mare per le teste, metacrilato ed ebanite per i bocchini.


Billiard

La Billiard (tr. lett. da biliardo) è la pipa più classica tra le classiche. La sua linearità, oltre ad assicurare un design limitato all'essenziale, non favorisce il formarsi della fastidiosa condensa (acquerugiola).

Il fornello è pressochè cilindrico, il cannello è lungo circa quanto è alto il fornello. Il fondo è leggermente curvo. Avendo sia fornello che testa cilindrica, lo spessore della radica sulle pareti è pressochè costante.

Nella straight billiard (dritta) il fornello può essere inclinato di qualche grado rispetto alla verticale.

La radica

La radica è estratta dalla radice di erica arborea, un arbusto che è presente nelle zone mediterranee.

La radica estratta va incontro a varie lavorazioni e per diventare abbozzo e poi testa di pipa.


Fasi fondamentali sono il taglio, la stagionatura e la bollitura che serve per estrarre il tannino che darebbe gusto amaro alla fumata.

A seconda dell'area geografica nella quale viene estratta, assume pregio e caratteristiche diverse.

mercoledì 25 luglio 2012

Igiene orale e fumo

Sembra una ovvieà, ma è bene ricordarlo.
Fumando introduciamo nella bocca degli agenti irritanti che abbassano le naturali difese del cavo orale verso gli agenti patogeni o infiammatori, che quindi possono espicare una  migliore ed efficace azione.

Una corretta igiene orale non basta al fumatore. Occorre essere più scrupolosi e attenti.

La lingua nera villosa

La lingua nera villosa è una condizione benigna e piuttosto rara, il più delle volte asintomatica, caratterizzata dalla colorazione scura (dal marrone al nero) e dalla crescita abnorme delle papille della lingua, la cui causa è sconosciuta. Fattori predisponenti a questa condizione sono tipicamente il
fumo, ma anche l’abuso di collutori e antibiotici, una cattiva igiene orale, una salivazione scarsa.

Questo tipo di glossite è molto più frequente nei maschi, anche se ci sono casi anche nelle donne, soprattutto quelle che devono caffè e fumano.

Per eliminare il problema, basta spazzolare la lingua due volte al giorno; può essere applicato perossido di idrogeno diluito per sbiancare la parte nera più velocemente. Anche lo stile di vita ha la sua importanza; è consigliabile mangiare molta frutta e verdura, tra cui mele e carote, e bere molta acqua.

La psicologia del fumatore

In Psicologia Dinamica si parla di “personalità orale” e di “fissazione allo stadio orale”, vale a dire che la relazione tra individuo ed ambiente viene codificata e decodificata secondo le stesse modalità del neonato che porta tutto alla bocca, come processo per conoscere l’ambiente e gli oggetti che lo circondano.

Questa chiave di lettura fa sì che il fumare diventi il comportamento attraverso il quale far diminuire i livelli d’ansia che gli stimoli inviati dall’ambiente creano.
Si avvia attraverso il fumo un processo di controllo che ha sull’ansia il suo effetto immediato, ma che agisce in termini di soddisfazione della pulsione derivante dal piacere di succhiare, ingerire ed incorporare, tipico della fase orale nel neonato.
Fumare diventa, così, il mezzo attraverso il quale superare tutto ciò che nell’individuo provoca tensioni psichiche intollerabili.
In questo senso l’appagamento deve essere immediato, senza aspettare, senza finalizzazione delle azioni ed agendo quasi d’impulso.
Il fumatore rimuove il pensiero delle conseguenze nocive del fumo perché più urgente il bisogno di soddisfare una pulsione, secondo quello che Freud definì “Principio di Piacere”.

Fumare fa male, anche se si fuma la pipa

I fumatori di pipa sono ad alto rischio di sviluppare malattie tabaccocorrelate, incluse diverse forme di cancro.

Sebbene per alcune di queste patologie il rischio sia minore rispetto ai fumatori di sigarette, in quanto legato alla tendenza dei fumatori di pipa a non aspirare il fumo, per molte altre patologie il rischio e uguale se non maggiore, ed è annualmente causa di migliaia di morti nel mondo.

Il rischio di contrarre tali patologie aumenta con la quantita di tabacco fumata al giorno ed è maggiore nei fumatori che inalano il fumo. Questi ultimi presentano un rischio di sviluppare patologie molto simile a quello dei fumatori di sigarette.

martedì 24 luglio 2012

L'origine e la diffusione del tabacco

La pianta di tabacco è originaria dell'altopiano centro americano e del Messico meridionale.

Dalla scoperta dell'America, la diffusione della coltivazione della pianta è molto veloce, tanto che nel 1600 le colture erano attive dalle Americhe all'estremo oriente.

Nel suo diffondersi in climi e regioni diverse, la pianta si è differenziata essendo molto adattabile, generando così una notevole quantità di tipologie merceologiche diverse.

Iniziare a fumare: l'emulazione dei familiari

Tanti cominciano a fumare la pipa perchè c'è un parente in famiglia che la fuma. E' il meccanismo dell'emulazione che gioca, in questo caso. Padre, nonno o altri parenti, per bambini e adolescenti incarnano il modello da seguire nella vita, o comunque, un modello con cui è obbligatorio confrontarsi. La pipa diventa un oggetto conosciuto e normale, così come l'atto stesso di fumarla.

Altro aspetto, non trascurabile, è l'immagine offerta dal fumatore di pipa mentre fuma. La passione per la pipa traspare inequivocabilmente: i gesti del caricare, dello sciogliere ed arieggiare il tabacco prima della fumata, dalla cura delle pipe, dal modo con cui si tengono in mano, dall'attitudine beata e rilassata durante la fumata, dalla cura con cui si sceglie il tabacco, dalle conversazioni tra fumatori .... Tutti aspetti che comunicano inequivocabilmente che fumare è bello e dà piacere.

L'emulazione gioca senz'altro anche con il fumo da sigaretta, ma in quel caso è più l'automatismo psicologico di voler somigliare ad adulti che giocano un ruolo parentale, piuttosto che il fascino che promana dall'atto stesso del fumare, come invece avviene per la pipa. Con la sigaretta, tutta la parte di preparazione, amore per il oggetti legati al fumo, gestualità e rito, è fortemente attenuata.

Il neo fumatore di sigaretta per emulazione parentale, quindi, subisce una sorta di automatismo psicologico, mentre il neo fumatore di pipa per emulazione parentale, oltre a subire tale automatismo, viene anche conquistato e affascinato in modo più o meno consapevole. Fumare è un vizio totalmente fuori dal controllo razionale ed emotivo per il primo, un po' meno per il secondo che, quantomeno ha la sfera emozionale coinvolta nel processo di emulazione e rafforzamento della motivazione.

La pipa vista dai non fumatori

Quando un non fumatore vede una pipa accesa, si aspetta che questa inondi l'ambiente di onori nauseanti. L'odore del fumo di tabacco da pipa può essere molto forte e può dare fastidio a qualcuno sensibile.

Il fumatore di pipa ben addestrato, però, non emette nuvoloni di fumo enormi e, contrariamente a quel che avviene con il fumo di sigaretta, deve avere un buon controllo della fumata per evitare di scaldare troppo il fumo, quindi ne emette molto di meno nell'ambiente.
Oltretutto, il fumatore di pipa non brucia carta, la combustione della quale, è responsabile di buona parte della sgradevolezza degli odori del fumo.

Meglio quindi un buon fumatore di pipa di un fumatore di sigarette, dal punto di vista del non fumatore, verrebbe da pensare.

Peccato che i non fumatori questa cosa ancora non l'abbiano capita.

Sandro Pertini: la tolleranza

"Dai fumatori si può imparare la tolleranza. Mai un fumatore si è lamentato di un non fumatore".

La citazione ci riporta ad un tema importante nel mondo del fumo: la riprovazione sociale, l'intolleranza di non fumatori radicali, o, a volte, il poco rispetto dei fumatori. Un tema che varrà la pena di approfondire.

lunedì 23 luglio 2012

Organizzazione del blog

Ogni pubblicazione che si rispetti discende da un piano editoriale. Nel suo piccolo, anche questo blog si vuole organizzare: la pubblicazione di articoli a ruota libera non risponderebbe allo scopo per il quale è nato. L'idea di pubblicare conoscenze, esperienze e scoperte, difatti, risponde all'esigenza di dare veste sistematica e logica a quanto raccolgo. Oltretutto, non sarebbe rispettoso per i lettori non dare una logica ai contenuti: non si saprebbe cosa aspettarsi e quando aspettarselo.

Ho deciso di organizzare il blog per rubriche tematiche, una per ogni giorno della settimana. Gli articoli verranno pubblicati ogni mattina entro le 8.00. Chi vorrà leggermi, saprà che quel giorno della settimana dopo le 8, potrà trovare un nuovo articolo su quel dato tema. L'elenco delle rubriche associate a ciascun giorno della settimana sarà pubblicato lunedì 6 agosto prossimo. Una volta preso il ritmo, via via che i contenuti di un dato tema si faranno troppo frammentati, perchè dispersi in un numero troppo alto di post singoli, verranno riassunti in un unico articolo.

Per tutta questa settimana, le pubblicazioni potranno essere più di una al giorno; non sarà raro vedere alcuni post sparire per riapparire rivisti e corretti, conformati al metodo che mi sono dato.

Sono convinto che questa formula organizzativa faciliterà a me il lavoro di stesura e pubblicazione, e, a chi legge, il reperimento dei contenuti che gli interessano.

La mia piccola Stanwell

Una Stanwell Jubilaeum dublin quarter bent in radica con bocchino in metacrilato fishtail a sella, innesto a tenone e mortasa.

La finitura è liscia opaca marrone rossiccio.

Fiamma verticale a grana stretta a sinistra, fiamma a V di grana stretta a destra.

Non sono presenti stuccature.

Misure 130x55x35, fornello 17x43, peso 30 gr.
Forma 06 dello Stanwell's shape chart.

Mi è stata regalata nuova ad Aprile di quest'anno da un caro amico.

Il rodaggio è in corso.

La resistenza non è stata ancora saggiata.

Il sapore della radica non è stato ancora saggiato.

Le note sulla praticità d'uso non sono ancora state elaborate.

Cominciare

Mi sono avvicinato da poco tempo al mondo della pipa. Me l' ha fatta amare un amico che ormai non la fuma più, ma che ne è ancora innamorato; ha completato l'opera suo fratello che ancora la fuma con le movenze affascinanti del lord inglese.

Mi ha catturato tutto quello che c'è dietro alla pipa: un mondo intero fatto di conoscenze ed esperienze, indispensabile cultura di base se si vuole fumarla gustandosela e senza farsi male.
Il desiderio di farmela, questa cultura di base, è stato ed è il mio il mio motore iniziale. Dopo un po' di tempo, però, la spinta iniziale si è affievolita, complice le iniziali inevitabili delusioni che ti regala l'inesperienza. Adesso, l'aver avuto l'occasione di frequentare novamente il lord fumatore, mi ha ridato tutta la verve dei primi momenti.

Per più di due anni, saltuariamente, ho gironzolato tra siti specializzati e strappato informazioni a fumatori, ma ho ancora molto da imparare. Ho deciso di ripartire con la ricerca; questa volta in maniera più assidua e sistematica. Pubblicare e condividere, sono convinto, mi aiuterà a ricapitolare ed approfondire quello che ho raccolto.

La mia Peterson's system

Una billiard half bent Peterson's system in radica con bocchino palatale in ebanite e innesto a flock su oliva in nikel.

Il grado è standard, la finitura liscia opaca marrone.
Fiamma non perfettamente verticale a grana media a sinistra, occhio di pernice a destra.
Tre piccole stuccature: una sul fondo del fornello e una sul fondo del cannello, una sul lato destro del fornello.

Misura 165x80x40, fornello 20x40, peso 70.
Forma 307 dello shape chart Peterson.

Mi è stata regalata usata ad aprile di quest'anno da un caro amico che non la fumava più perchè gli sembrava aspra. Probabilmente ha parecchi anni.

Lo stato di conservazione è buono: tre piccole ammaccature sul lato sinistro del fornello, una sul fronte del fornello, una a destra; piccolo graffio lato destro del fornello.
Piccole ammaccature e graffi sull'oliva.

La crosta è formata sulle pareti, ma non sul fondo, credo per il modo di fumare del suo primo proprietario: carica per 2/3, fuma 1/3 e scarica.

La resistenza non è stata ancora saggiata.

Il sapore della radica non è stato ancora saggiato.

Le note sulla praticità d'uso non sono ancora state elaborate.

domenica 22 luglio 2012

Pulizia accurata secondo Peterson

Periodicamente la pipa deve essere smontata e pulita a fondo.

L'operazione di distacco del bocchino dal cannello va fatta ruotando delicatamente e non tirando i due pezzi, a pipa fredda.

Si utilizza un liquido a base alcoolica tipo rum o brandy per la pulizia.

La pipa deve quindi essere lasciata a riposo smontata fino a che non si è asciugata completamente.

Pulizia dopo la fumata secondo Peterson


Dopo ogni fumata si dovrebbe immediatamente svuotare il fornello dai residui di tabacco e di cenere, mai sbattendo la pipa contro qualcosa di duro, ma utilizzando il cucchiaino del curapipe.

Occorre poi passare uno scovolino dal foro del bocchino fino a raggiungere il fondo del fornello in modo da assorbire l'umidità in eccesso che si è formata durante la combustione.

Per le pipe dotate di Peterson's system, lo scovolino arriverà ad asciugare il pozzetto, ma non potrà passare attraverso il condotto del fumo fino al fornello.

Non è consigliabile smontare la pipa quando è ancora calda subito dopo la fumata per evitare rischi di lesione dell'incastro bocchino-testa.

Il Rodaggio delle pipe in radica secondo Peterson



Una pipa di radica nuova ha bisogno del rodaggio: un periodo di tempo nel quale fumandola, si forma la prima crosta dentro al fornello che servirà ad isolare la radica proteggendola dalle bruciature e a rendere il sapore della fumata più morbido e dolce.

Si carica 1/4 del fornello e si fuma lentamente fino in fondo per 3 o 4 volte; le successive 3 o 4 volte si aumenta la carica fino a metà, per poi procedere per 3 o 4 volte a 3/4 di carica ed infine a carica intera ancora per 3 o 4 volte.  Tra una fumata e l'altra è necessario far raffreddare e riposare la pipa in modo che si asciughi e consolidi la crosta che si è formata.

Dopo qualche fumata a carica piena si pulisce il fondo del fornello in maniera delicata senza disturbare la crosta che si sta formando.

Un rodaggio ben fatto, che abbia prodotto una crosta uniforme, viene ripagato con fumate fresche e asciutte di gusto rotondo e morbido.

Casual estivo e piccola curva liscia



Casual estivo: maglietta a maniche corte di cotone leggero verde cipresso opaco, pantaloni corti principe di galles grigio verde su fondo beige, ciabatte infradito bianche.
Ci vuole una pipa informale.

Ho pensato ad una finitura liscia colore naturale colore chiaro.


Ho scelta una pear half bent Gasparini Salina, di taglia piccola.
L'alternativa nel mio parco pipe sarebbe stata una pannocchietta.

A vedere le foto l'abbinamento non mi soddisfa più di tanto. Proverò a fare meglio alla prossima.

Caricare la pipa secondo Peterson



Caricare la pipa è un'arte che richiede abilità ed esperienza; dal corretto caricamento dipende la regolarità della combustione del tabacco ed il piacere della fumata.

Una buona tecnica di caricamento dovrebbe lasciare una giusta quantità di aria tra le foglie di tabacco nel fornello: troppa aria causa combustione rapida e fumo caldo, poca aria fa spengere la pipa troppo spesso.

La pipa, tranne che nelle fasi di rodaggio, dovrebbe essere riempita completamente a pizzichi con pressione su ogniuno sempre crescente: da quasi nulla per quello sul fondo alla massima per l'ultimo pizzico, il più alto.

E' bene controllare il tiraggio della pipa prima dell'accensione: se la resistenza che si incontra aspirando è troppo bassa, correggere applicando una maggiore pressione all'ultimo pizzico, di contro, se troppo alta, svuotare il fornello e ricaricare da capo.

E' da notare anche che la pressatura ottimale varia da tabacco a tabacco, oltre che dalle sue condizioni di umidità e scioltezza. Un trinciato lascia normalmente più aria negli interstizi e quindi può essere pressato un po' di più di un flake o di un plug. Un tabacco leggermente umido va pressato meno rispetto ad un tabacco leggermente secco.

Tabacchi troppo umidi o troppo secchi vanno corretti prima del caricamento arieggiandoli o umidificandoli, altrimenti la fumata sarà compressa: difficoltà di combustione e formazione di condensa con decadimento del sapore nel primo caso, combustione veloce e fumo caldo con decadimento del sapore e rischi di lesione del cavo orale e bruciature della pipa, nel secondo caso.

Tabacchi provenienti da confezioni appena aperte vanno sciolti se presentano eccessiva densità ed arieggiati per favorire il rilascio degli sapori in fumata.

sabato 21 luglio 2012

Sangue di drago e Early Morning

Le susine sangue di drago mature sono dolci e piacevolmente acidule.
Dopo averle mangiate permane un fondo acido in bocca.

L'early morning non ha gradito questo fondo acido.

Il primo terzo di fumata è risultato di gusto acido, amaro e piatto, indistinguibili le note caratteristiche di questo tabacco.
Nel secondo e nell'ultimo terzo, il corpo si fa maggiore, ma continua a non essere distinguibile alcun sapore caratteristico. Si avverte nel contempo la nicotina a livello gastrico in maniera crescente fino a risultare fastidiosa.

Dopo aver fumato permane il fondo amaro che si avvertiva in fumata. Nello stomaco si avverte un maggior effetto della nicotina rispetto a quanto normalmente succede con l'early.

Concludendo: il gusto del tabacco è stato completamente snaturato dalle susine, si è potenziata la sola sensazione della forza nicotinica.

Un abbinamento sbagliato, da non ripetere e da non consigliare.


Illy e Allegro

Ho provato l'espresso da macchina a cialde Illy (senza zucchero) con il trinciato Allegro
Il gusto non troppo amaro del caffè mi è sembrato sposarsi bene con quello  del tabacco non troppo dolce.

Ad inizio fumata, l'amaro del caffè appena bevuto attenua piacevolmente il gusto del tabacco, a vantaggio degli altri sentori.
Via via che si procede nella fumata, il gusto del tabacco vira verso il salato e si accrescono i sentori di sigaro toscano.
Nell'ultimo terzo di fumata si aggiunge il piccante ed aumentano i sentori di toscano, ma il ricordo dell'amaro del caffè a quel punto è lontano e la cosa non disturba, aggiungendo anzi complessità alla fumata.
Dopo la fumata persiste il gusto dell'ultimo terzo di tabacco, ma riappare un fondo di amaro, non so se dato dal fumo o dalla resurrezione del gusto del caffè. La bocca rimane un po' allappata.

Insomma, il tabacco ne ha guadagnato dall'abbinamento.

Un abbinamento senza sorprese, forse scontato, ma sicuro.