Il Kentucky è una pianta di grande sviluppo, alta fino a 2 metri, a fusto
vigoroso e internodi brevi, con ampie foglie (70x40 cm), lanceolate, di colore verde
scuro, costola e nervature sono piuttosto pronunciate, con tessuto tendente al sostanzioso, e con
infiorescenza aperta e corolla rosea.
Venne dapprima importato in Italia agli inizi del 1800 dagli Stati Uniti,
per il confezionamento del sigaro Toscano, successivamente fu iniziata la sua
coltivazione a titolo sperimentale a partire dal 1850. Le ibridazioni con alcune
varietà locali e gli adattamenti all'ambiente hanno portato alla costituzione di
un tabacco Kentucky molto ben caratterizzato.
La produzione del Kentucky costituisce attualmente circa il 5%
del totale dei tabacchi coltivati in Italia. La Campania è la regione dove si concentra quasi la metà
dell'intera produzione del tabacco Kentucky, soprattutto nella provincia di
Benevento (il 45% della produzione nazionale). Viene coltivato anche in Toscana,
Veneto, Lazio e Umbria.
Dopo la raccolta si procede alle operazioni di cura, in appositi
locali dotati di sistemi di "stendaggio" per le filze di foglie, e di prese
d'aria per la regolazione dell' umidità durante la cura.
Le fasi della cura
determinano mutamenti di colore delle foglie e del loro stato fisico, mediante
opportune gradazioni di temperatura regolabili col fuoco. Si distinguono 4 fasi:
ingiallimento, ammarronamento, essiccazione della lamina fogliare, essiccazione
della costola.
Nella fase di
ingiallimento le foglie sono poste in
locali chiusi per alcuni giorni a temperatura ambiente, senza fuoco. Nella fase
di
ammarronamento, quando il tabacco ha assunto in gran parte il colore
giallo, si accendono i fuochi con legna secca di essenza forte (faggio, leccio,
quercia e simili) ottenendo fumo senza fiamma. La temperature resta a 28-30 °C
per un giorno, e portata a 38-40 °C in 4-5 giorni, eliminando dai locali
l'umidità che si forma.
Nella fase di
essiccamento della lamina
fogliare, quando il tabacco è completamente marrone, la temperatura viene
portata a 45-50 °C, attivando i processi di fermentazioni in massa che
conferiscono profumo e aroma al tabacco. Opportuni controlli dell'umidità
evitano fenomeni di surriscaldamento delle foglie che le renderebbero
inutilizzabili. Il fumo in questa fase rende le foglie lucenti e di tessuto
compatto.
Nella fase successiva, di
essiccamento della costola, della
durata di circa tre giorni, la lamina fogliare diventa vitrea e fragile al
tatto: il fuoco viene spento e si attende che la foglia torni morbida e pastosa.
Il fuoco viene di nuovo acceso per portare gradualmente la temperatura fino a 50
°C e riottenere una lamina di nuovo vitrea.
L'operazione finale, di
rinvincidimento, permette col riassorbimento dell'umidità, di ottenere di nuovo
la consistenza pastosa della foglia. Le operazioni di fuoco e quest'ultima,
alternate, portano la costola e la lamina a un colore marrone uniforme, elastica
e morbida.
In totale il processo di cura dura da 15 a 20 giorni.
Le foglie curate del Kentucky sono ampie, gommose, lucide di colore marrone,
elastiche e resistenti; l'alto contenuto in nicotina (3-6%) conferisce gusto e
aroma intensi.
Le foglie curate vengono presentate in manocchi, e
condizionati generalmente in ballotti. Nella fase di lavorazione
pre-manifatturiera le foglie sono separate per gradi d'impiego (fascia, ripieno
e trinciati). Il Kentucky è impiegato prevalentemente per il
confezionamento dei sigari Toscani (fascia e ripieno), in misura minore nei
trinciati da pipa e in alcuni tipi di sigarette.