mercoledì 25 luglio 2012

La psicologia del fumatore

In Psicologia Dinamica si parla di “personalità orale” e di “fissazione allo stadio orale”, vale a dire che la relazione tra individuo ed ambiente viene codificata e decodificata secondo le stesse modalità del neonato che porta tutto alla bocca, come processo per conoscere l’ambiente e gli oggetti che lo circondano.

Questa chiave di lettura fa sì che il fumare diventi il comportamento attraverso il quale far diminuire i livelli d’ansia che gli stimoli inviati dall’ambiente creano.
Si avvia attraverso il fumo un processo di controllo che ha sull’ansia il suo effetto immediato, ma che agisce in termini di soddisfazione della pulsione derivante dal piacere di succhiare, ingerire ed incorporare, tipico della fase orale nel neonato.
Fumare diventa, così, il mezzo attraverso il quale superare tutto ciò che nell’individuo provoca tensioni psichiche intollerabili.
In questo senso l’appagamento deve essere immediato, senza aspettare, senza finalizzazione delle azioni ed agendo quasi d’impulso.
Il fumatore rimuove il pensiero delle conseguenze nocive del fumo perché più urgente il bisogno di soddisfare una pulsione, secondo quello che Freud definì “Principio di Piacere”.

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